Le sfide della scuola digitale
La vita moderna risulta sempre più divisa tra online e
offline e si evidenziano sempre più criticamente le implicazioni della rivoluzione digitale in
atto. I fatti della vita reale si
intersecano sempre più frequentemente con gli eventi negli gli spazi virtuali
che si abitano per informarsi, comunicare, socializzare, ma anche per lavoro o
svago. Frequentemente alcune attività vengono agite prevalentemente online,
quasi migrando sui mondi virtuali. Non sempre tuttavia questa migrazione della
vita online si traduce in un effettivo potenziamento. Anzi, spesso non si è in
grado di utilizzare al meglio la nuova libertà conquistata. “Fare progetti a
lungo termine, avere la pazienza di perseguire i propri obiettivi sarebbe
meglio a livello teorico, ma nella pratica è impossibile” (Z. Bauman – Danni
Collaterali, 2013)
.
L’istruzione ha oggi il ruolo e la responsabilità di
sviluppare competenze, più che trasmettere conoscenze, per preparare le persone
ad affrontare la vita ed il lavoro in un mondo di complessità sempre crescente,
nel quale è necessario sapersi orientare e muovere in autonomia e con flessibilità,
sia in rete che nella realtà. Il 65% dei ragazzi che frequentano ora la scuola
finirà per fare un lavoro che non è stato ancora inventato (USA, Disrict of Labor).
Le competenze sono già presenti nella normativa della
scuola, ma aspettano ancora di dimostrare il loro dinamismo formativo nel
vissuto dell’insegnamento quotidiano nelle aule. La sfida consiste nel mettere
le competenze alla prova della didattica in aula. Come “insegnare” competenze?
Le competenze non si insegnano, possono
solo essere acquisite durante un percorso formativo appositamente progettato
per favorirne lo sviluppo. La sfida si gioca sul rapporto tra le competenze
tecnologiche e quelle sociali e collaborative e si focalizza sull’imparare ad
imparare, chiave del corretto informarsi e formarsi durante la vita.
Emerge la necessità
di aprire le aule scolastiche al mondo: ci si sta orientando verso ambienti di
apprendimento virtuali e globali, che superano gli spazi ristretti dell’aula e
la compressione del tempo dedicato all’apprendimento in rigidi moduli orari. Basta
pensare al rivoluzionario esperimento globale dei Mooc, corsi gratuiti online
per diffondere istruzione a livello universitario nelle aree più svantaggiate.
Sono nati nelle scuole italiane moltissimi progetti, che guardano al futuro per dare risposta alle
criticità e contribuire a far sì che gli studenti diventino persone competenti,
informate, capaci di aggiornarsi velocemente, abili nell’utilizzo delle
tecnologie e del Web. Sono stati introdotti molti elementi innovativi mediante
la fornitura di strumenti tecnologici e la formazione al loro utilizzo
didattico, che hanno portato a:
·
Introdurre le tecnologie nelle aule e iniziare
docenti e studenti al loro utilizzo finalizzato all’apprendimento
·
favorire il crearsi di ambienti per
l’apprendimento collaborativo
·
spezzare il tradizionale binomio trasmissivo
docente-studente
·
rivoluzionare i meccanismi dell’apprendimento
Tali progetti sono troppo spesso frutto di iniziative locali
o al più regionali. I piani nazionali come Classi 2.0, Piano LIM, scuole 2.0
hanno purtroppo finanziato l’innovazione a macchia di leopardo.
Diverse sono le criticità emerse:
·
Problemi tecnici per infrastrutture e/o banda
insufficienti
·
Formazione degli insegnanti che inizia di solito
a metà/fine anno scolastico
·
Poca esperienza degli insegnanti nella didattica
collaborativa
·
Poca iniziativa e scarsa familiarità degli
studenti con l’utilizzo dei device per l’apprendimento
Dall’analisi di questi punti di debolezza dell’erogazione,
emergono in particolare tre necessità prioritarie:
·
miglioramento delle infrastrutture tecnologiche
·
focalizzazione di percorsi di educazione alla
competenza digitale da inserire nei
curricula esistenti
·
creazione di modalità funzionali di
comunicazione e di coinvolgimento tra le scuole
In accordo con lo
sviluppo nazionale dell’Agenda digitale, è imprescindibile che da parte
dell’Amministrazione vengano definiti criteri-quadro specifici per guidare
l’innovazione tecnologica e metodologica nella scuola italiana e, soprattutto,
renderla sostenibile e capitalizzabile in tempi medio-lunghi.
Inoltre è necessario che le nuove pratiche siano
consolidate, che le metodologie didattiche siano formalizzate all’interno di un
Progetto formativo mirato, interno al
mondo della scuola.

La Scuola sta reagendo agli stimoli ed alle sfide per la
modernizzazione e l’attualizzazione dell’offerta formativa ai bisogni della
società moderna e chiede ai tutti i suoi componenti interni un grande sforzo di
aggiornamento con modalità sempre più veloci e rapide. Ma la Scuola ha bisogno
e chiede a tutti i soggetti coinvolti nel mondo della formazione un sostegno
tecnologico, strutturale ed amministrativo concreto e fattivo per non essere
lasciata sola, ma invece supportata al meglio questa fase delicata e complessa.
Pubblicato su SoloTablet - ottobre 2016